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Un insegnante ha deciso di lasciare la scuola per fare il becchino. Un uomo è ossessionato dall'incapacità di "impacchettare" le cose e i discorsi. In una cascina sperduta la presenza di un diavolo-serpente semina il panico. Un musicante da balera decide di darsi al contrabbando. Un padre è alle prese con i propri figli proiettati verso la modernità e con i propri fantasmi che ritornano dal passato. Questi racconti prendono avvio da fatti minimi di una realtà locale, il paesaggio ticinese, tra montagne, paesi che sembrano abbandonati, luoghi fisicamente e psicologicamente impervi, per tessere pensieri, divagazioni, associazioni di immagini e di idee, richiami letterari, piccole biografie di personaggi non illustri. Tra comico e grottesco, tra lirica e sarcasmo, Giovanni Orelli crea raffinate architetture a spirale che quando sembrano allontanarsi dal fulcro primario della narrazione, vi ritornano sorprendentemente.